aggiornamenti dai cie: joy libera, debby e priscilla rimpatriate

1- JOY ESCE DAL CIE DI MODENA….


“Joy è libera!”. Venerdì 11 giugno la notizia rimbalzava qua e là sul web prima ancora che Joy arrivasse in un  primo luogo di sosta per riposarsi per poi successivamente spostarsi in una “casa protetta”, nonostante le preziose raccomandazioni date da Be Free all’epoca della liberazione di Florence. Addirittura il giornale Liberazione ne annunciava l’avvenuta “regolarizzazione”, mentre nel Cie di Modena Joy ancora aspettava che le dessero il permesso di soggiorno.

Joy, infatti, è uscita dal Cie di Modena, dopo aver aspettato per quattro interminabili ore rispetto all’orario che le era stato comunicato, con un permesso di “protezione umanitaria” – che è ben diverso dalla libertà per come la intendiamo noi. 

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Ovviamente ci fa immenso piacere che sia uscita dal circolo Cie-carcere-Cie. Ma la lotta contro i Cie non deve fermarsi qui e i facili entusiasmi non ci appartengono. 

L’undici giugno abbiamo imparato quanto non sia facile garantire la sicurezza – quella vera! – di una donna immigrata, in particolare se vittima di tratta. E questo ci ha spinte ad una riflessione: se la vicenda di Joy non fosse diventata “pubblica”, dando vita a mobilitazioni di piazza in tante città italiane, molto probabilmente sarebbe già stata rimpatriata e data in pasto ai suoi sfruttatori; ma, d’altra parte, questo esser diventata una figura “pubblica” ha rappresentato per lei (e per chi era con lei quel giorno), nel momento più delicato, un pericolo reale. Dunque ci chiediamo se sia possibile agire con accortezza ed intelligenza, senza perdere spessore politico e rispettando fino in fondo la storia di una donna.

Noi crediamo di sì, e ringraziamo Joy di avercelo insegnato. 

Le auguriamo di cuore che possa al più presto trovare la libertà, quella vera, al di là di percorsi protetti che, se pure “per il suo bene”, ancora per molti mesi sovradetermineranno la sua vita imponendole privazioni – ad esempio l’impossibilità di tenere con sé il cellulare o di uscire, almeno i primi tempi, per conto proprio.

Auguriamo di cuore a chi ha accettato la sua presa in carico – a fronte di associazioni che si sono vergognosamente arrampicate sui vetri per trovare pretesti e giustificare il rifiuto – di poter a sua volta imparare da Joy con la fiducia e la sensibilità necessarie.

Prima di partire per la città in cui trascorrerà i prossimi mesi, Joy ha voluto lasciarci un messaggio in più lingue per tutte e tutti coloro che, per quasi un anno, non l’hanno mai lasciata sola nelle mani degli aguzzini – anche Continue reading
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ASSEMBLEA APERTA 23 GIUGNO AL PARCO DEL CASTELLO…BREVE RESOCONTO

Il solito principe, la solita principessa, il
solito castello e il solito drago….
                                                                                                                                                                                     

 Ma, attenzione!  Accade che per una volta
i ruoli si complicano, si
scambiano, si trasformano….

La principessa, nella noia della sua prigionia, comincia a
fare sport fino a raggiungere una notevole prestanza fisica. Riesce
così a fuggire dal castello, per intraprendere una carriera da free
climber
. Nel frattempo il principe, alla ricerca del luogo in cui
viene detenuta la principessa, continua a trovarsi tra le mani le ricche
vesti di cui deve far dono alla sua futura sposa, finchè non gli viene
la curiosità di provarle: gli stanno un po’ stretti sui fianchi, ma nel
complesso è un amore!!

Oppure:

Una principessa
cattiva tiene in prigionia un drago. Il cavaliere, assieme al resto del
collettivo animalista, riesce a liberare il povero animale e a
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DAL DOGMA DEL PRINCIPE AZZURRO AL TABU’ DELLA MASTURBAZIONE

ASSEMBLEA APERTA 23 GIUGNO AL PARCO DEL CASTELLO
ORE 18.30
 con     APERITIVO 

 

Il collettivo ha deciso di aprire una discussione per condividere alcune delle questioni affrontate nel corso delle riunioni.

Per fornire degli elementi di riflessione a chi non fa parte del collettivo e di comprensione per noi circa il modo in cui queste questioni vengono generalmente sentite abbiamo diffuso un questionario: questionario di riflessione.pdf

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L’8 GIUGNO A MILANO: A FIANCO DI JOY ED HELLEN, CONTRO CIE E DEPORTAZIONI

L’8 giugno si terrà a Milano
l’incidente probatorio che vedrà faccia a faccia Joy, Hellen e
l’ispettore-capo del Cie Vittorio Addesso.
Come mancare all’appuntamento?

Una sera d’estate Joy, una ragazza nigeriana vittima di tratta, porta il
proprio materasso fuori dalla cella del Centro di identificazione ed
espulsione di via Corelli a Milano. Preferisce dormire nel corridoio,
dove fa più fresco.
Durante la notte si sveglia di soprassalto: sul suo corpo le mani di
Vittorio Addesso, ispettore-capo del Cie, che si è sdraiato sopra di
lei. Joy lo respinge con forza e decisione, altre donne la sostengono.
Un "normale" episodio di brutale – e sessista – amministrazione
all’interno di un Cie, dove gli aguzzini dominano incontrastati, forti
delle connivenze dei gestori di quei lager per immigrate/i.
Alcuni giorni dopo nel Cie di Milano scoppia la rivolta contro il
"pacchetto sicurezza". Joy e le altre donne che l’avevano aiutata
vengono brutalmente picchiate, nude, dall’ispettore Addesso e colleghi, e
arrestate: una chiara rappresaglia Continue reading

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PRESENTAZIONE LIBRO DI CRISTINA MORINI

MERCOLEDÌ 19 MAGGIO 2010 ore 18.30 P.zza Azzani (corso Garibaldi, altezza S.Michele)

APERITIVO CON PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI CRISTINA MORINI, alla presenza dell’autrice e della scrittrice Kaha Mohamed Aden.

Per amore o per forza. Femminilizzazione del lavoro e biopolitiche del corpo, Verona 2010.

Scaricabile la prefazione di Judith Revel.

 

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Difendere la razza. Incontro con Nicoletta Poidimani e con la rete antirazzista di Milano

5 maggio ore 18 @ Cupola Arnaboldi

Aperitivo e presentazione del libro di Nicoletta Poidimani:

Difendere la razza, alla presenza dell’autrice.

A seguire, dibattito con il comitato antirazzista milanese

presentazione_5_maggio.pdf

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Pills call for MAYDAY!!!

Siamo menti nei corpi.


Corpi: non
solo involucri biologici e materiali, ma pulsioni, desideri,
aspirazioni.
Il corpo è il mezzo e il limite per esprimere la
nostra soggettività.
Limite che si acuisce con l’intensificarsi
dello sfruttamento.
Uno sfruttamento che è sempre più
autodisciplina, adattamento ad un immaginario imposto, menomazione
della dimensione biologica e sociale, assoggettamento al ricatto
gerarchico
.
Il ricatto della precarietà; quello che ci induce
verso una competizione autodistruttiva, in cui non ci sono vantaggi,
ma solo perdite: gli affetti, il tempo di vita, il benessere, la
dignità, la libertà di dissentire e di esprimersi, la libertà di
pensare e di pensarci
, di scegliere per autodeterminarci.
E’ qui
che è più crudele la propaganda di un immaginario che ci vuole come
non possiamo essere. A meno di prostituire i nostri corpi ed i nostri
cervelli.

Un immaginario che ci snatura e ci
plastifica sulla forma di categorie indotte. Il nostro corpo, svilito
della sua unicità, allora non è più involucro, non è più mezzo, diventa gabbia!
Corpi e cervelli menomati, corpi strumentalizzati
per negare la libertà a noi stessi e agli altri. Il corpo come
gabbia per cervelli asserviti.

Asserviti da una parte alle leggi del
profitto e della sopraffazione gerarchica e maschilista, dall’altra
al mito sempreverde della maternità e della famiglia: due forme di
controllo da sovvertire rivendicando l’autonomia delle nostre scelte.

Scelte libere dall’inganno identitario,
dalle falsità dei miti della razza, della fede e della tradizione.
Educhiamo le nostre menti ad una libertà che ha il corpo come spazio
di azione e sperimentazione, di crescita.

Superiamo il dualismo tra mente e
corpo, ritroviamoci come soggetti aperti e multiformi.

Siamo menti nei corpi.

Siamo corpi liberi.

Siamo menti creative.

Siamo metamorfosi.

Siamo meticciato.

Libere di essere

una, nessuna, centomila!


We say mayday.

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Donne e fascismo, oggi. Resoconto discussione.

Donne
e fascismo, oggi.


Non
si può combattere il fascismo senza riempire di contenuti politici la
propria pratica: la forza fisica, la violenza sono le loro armi, le
nostre sono le idee. Quando scegliamo le nostre pratiche
percidobbiamo cercare di capire quale messaggio veicoliamo tramite
esse. Il machismo, l’esclusione dei pideboli sono aspetti sempre in
agguato nel comportamento di tanti compagni, ma bisogna capire che se
vogliamo sconfiggere il fascismo dobbiamo farlo
combattendo il loro
lugubre immaginario da stadio e da discoteca anche attraverso la
scelta delle nostre pratiche di piazza. Pratiche inclusive, che
facciano sentire tutti i presenti in grado e in dovere di
contribuire, rispettose di tutti anche nella scelta del linguaggio e
degli insulti.

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